
Massimo Carlotto ora è uno scrittore di romanzi che ha scritto nel 1995 un romanzo ispirato alla sua esperienza di condannato innocente costretto alla fuga. Il racconto della sua esperienza di latitante, i modi per non farsi scoprire, le amicizie nate. Il romanzo s'intitola Il fuggiasco e ne è stato tratto anche un film.
Confrontare il film e il romanzo è come sempre un'operazione abbastanza inutile e ingiusta nei confronti del film, poiché sono due linguaggi differenti.
Il romanzo è molto bello e coinvolgente. La scrittura di Carlotto, il suo stile, il suo umorismo riescono a rendere la sua esperienza e i suoi stati d'animo in modo straordinario. Il racconto alterna dramma, malinconia e racconti divertenti. La resa della vita del "latitante per caso" (espressione dello stesso autore) è eccezionale.
Il film è ben fatto, scritto dallo stesso Carlotto insieme al regista Andrea Manni. Avrei sicuramente fatto un altro tipo di film, ma alla fine il risultato non è male. Il film ha un buon ritmo, una bella colonna sonora e il racconto non è una fotocopia del libro. Apprezzo molto quest'ultimo particolare perché non amo i film che sono la ripetizione del libro, mi piace che al cinema il linguaggio scritto venga tradotto. Il film rispetto al romanzo è più cupo e disperato, mancano i momenti di distensione presenti nel romanzo. Il film non è raccontato in prima persona come il romanzo, e in alcuni passaggi questo crea un po' di confusioni nel racconto se non si è letto il libro. Nel film però vengono esplicitati alcuni passaggi come la teoria del complotto ai danni del protagonista.
La sensazione che si prova alla fine del libro e del film è leggermente diversa. Nel libro c'è una sorta di liberazione mentre nel film c'è una specie di malinconia. Quello che rimane in entrambi è il dramma che Massimo Carlotto ha vissuto a causa di una giustizia incapace.
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