
Ero uscito dall'univero di King da parecchi anni, quindi, sono affiorati maggiormente i difetti del suo stile di scrittura. In alcuni casi infatti il libro è inutilmente prolisso, ricco di flashback che se è vero che danno un senso alla storia, a volte sono troppo lunghi e insistiti. Sopratutto nell'analisi del personaggio di Jack il romanzo è ripetitivo, ribadendo più volte gli stessi concetti.
Mentre leggevo il romanzo di Stephen King mi ero promesso di non fare paragoni con il film di Kubrick che adoro e che trovo eccezionale. Purtroppo mi è riuscito difficile ma il risultato del confronto è stato una sorpresa.
Ho sempre pensato che confrontare i film e i romanzi fosse un esercizio inutile. Utilizzano linguaggi differenti e hanno differenti modi di creare emozioni. L'unico commento che si può fare è se sia piaciuto di più l'uno o l'altro. Un film può essere un buon film a prescindere dal romanzo da cui è tratto e viceversa.
Nel caso delle opere di King e Kubrick l'esercizio di confronto è un puro gioco poiché i racconti sono molto differenti tra loro. Lo sviluppo del racconto, il taglio dato alla storia e la costruzione dei personaggi sono differenti e non solo per l'ovvia diversità del linguaggio ma sopratutto perché traggono la loro forza da elementi differenti.

Un'altra sostanziale differenza è nel finale. Il libro di King ha una vera e propria conclusione. C'è un vero finale. L'Overlook ha una fine. Nel film di Kubrick si sottolinea l'aspetto ciclico. La storia dell'Overlook si riavvolge su stessa, come il labirinto appunto.
Comprendo pienamente gli amanti del romanzo che hanno trovato nel film di Kubrick qualcosa di completamente differente. Rimane ben poco e chi si aspettava una visualizzazione del libro di King rimane deluso. Kubrick costruisce il suo film e il romanzo diventa solo il soggetto di partenza. Personalmente continuo a preferire il film perché ritengo che le novità introdotte da Kubrick rispetto al romanzo danno al racconto uno spessore notevole.
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