martedì 22 maggio 2012

Niente più niente al mondo di Massimo Carlotto

Scelto perché: Mi piace lo stile di Carlotto ed era un libro che mi "corteggiava" da tempo

Da leggere se: Piacciono i racconti duri e dolorosi

Da non leggere se: Non piacciono le storie tristi che provocano una stretta allo stomaco.

Letto in versione e-book

Schede su Anobii e Goodreads

CitazioneA noi la salute ce la controlla il Signore dall’alto e dallo specialista ci vai solo se stai male. Ma male sul serio.


Il monologo Niente più niente al mondo di Massimo Carlotto è un dramma contemporaneo che colpisce alla stomaco come un pugno. L'autore racconta una storia di povertà non solo economica ma anche culturale. Un senso di vuoto accompagna la lettura di questo racconto e il vuoto circonda i protagonisti di questa storia struggente.

Una donna, una moglie e madre di famiglia, racconta i suoi problemi, racconta la sua vita persa dietro mille sogni mai esauditi. Una donna nella sua cucina, sola con la sua bottiglia di Vermouth, ci parla dei suoi sogni "sbagliati". Racconta il suo matrimonio, il rapporto complesso con la figlia.

Tu avevi il dovere di fare come diceva la tua mamma. Il dovere. Come avevi il dovere un domani di accudire la tua mamma. Avrò bisogno di soldi e di cure e tu dovevi pensarci. Adesso mi toccherà andare a lavare i pavimenti dalle signore fino alla fine dei miei giorn

Una storia difficile da sintetizzare. È un racconto di sogni spezzati, di sogni poveri sotto tutti i punti di vista. Una storia che con lo scorrere delle pagine diventa sempre più cupa e ci trascina negli inferi di questa donna.

Tra le pagine più toccanti e disturbanti di tutto il monologo c'è il racconto del sabato pomeriggio in giro a guardare vetrine senza la possibilità di comprare nulla. Il senso di alienazione è forte. C'è tutto il disagio sociale nelle parole della donna ma c'è anche la colpa di chi desidera cose probabilmente sbagliate. La donna è schiacciata tra modelli di vita irreali e un forte desiderio di rappresentazione sociale.

La odio quella passeggiata in centro ma è un dovere per una buona madre e una buona moglie. E io lo sono.

Un libro da consigliare? Non saprei, forse meglio lasciar perdere. Il linguaggio di Carlotto è duro e diretto ed è veramente notevole la sua capacità di immedesimarsi con la voce narrante. Non si può negare però che il racconto disturba e potrebbe lasciare molto più che l'amaro in bocca.

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