martedì 21 febbraio 2012

Il fuggiasco: cronaca, libro e film


La storia di Massimo Carlotto è allucinante. Un uomo accusato di un omicidio non commesso. Un uomo colpevole solo di aver testimoniato alla polizia il ritrovamento del cadavere di una ragazza. Accusato senza nessuna prova, un capro espiatorio che fa parte di Lotta Continua e in quegli anni facilmente accusabile.
Massimo Carlotto ora è uno scrittore di romanzi che ha scritto nel 1995 un romanzo ispirato alla sua esperienza di condannato innocente costretto alla fuga. Il racconto della sua esperienza di latitante, i modi per non farsi scoprire, le amicizie nate. Il romanzo s'intitola Il fuggiasco e ne è stato tratto anche un film.
Confrontare il film e il romanzo è come sempre un'operazione abbastanza inutile e ingiusta nei confronti del film, poiché sono due linguaggi differenti.
Il romanzo è molto bello e coinvolgente. La scrittura di Carlotto, il suo stile, il suo umorismo riescono a rendere la sua esperienza e i suoi stati d'animo in modo straordinario. Il racconto alterna dramma, malinconia e racconti divertenti. La resa della vita del "latitante per caso" (espressione dello stesso autore) è eccezionale.
Il film è ben fatto, scritto dallo stesso Carlotto insieme al regista Andrea Manni. Avrei sicuramente fatto un altro tipo di film, ma alla fine il risultato non è male. Il film ha un buon ritmo, una bella colonna sonora e il racconto non è una fotocopia del libro. Apprezzo molto quest'ultimo particolare perché non amo i film che sono la ripetizione del libro, mi piace che al cinema il linguaggio scritto venga tradotto. Il film rispetto al romanzo è più cupo e disperato, mancano i momenti di distensione presenti nel romanzo. Il film non è raccontato in prima persona come il romanzo, e in alcuni passaggi questo crea un po' di confusioni nel racconto se non si è letto il libro. Nel film però vengono esplicitati alcuni passaggi come la teoria del complotto ai danni del protagonista.
La sensazione che si prova alla fine del libro e del film è leggermente diversa. Nel libro c'è una sorta di liberazione mentre nel film c'è una specie di malinconia. Quello che rimane in entrambi è il dramma che Massimo Carlotto ha vissuto a causa di una giustizia incapace.

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