martedì 28 febbraio 2012

Un indovino mi disse di Tiziano Terzani


Quando leggo un libro la sensazione che mi piace provare di più è la compagnia. Un libro che ti accompagna ogni giorno, che non vedi l'ora di aprire, un compagno di viaggio nella quotidianità. Un libro che quando è terminato ti manca e tardi a riporlo nella libreria.
Un indovino mi disse di Tiziano Terzani è stato questo per me. Un bellissimo libro che giorno dopo giorno ti fa compagnia mentre lo leggi, una sensazione rara. Un libro che non stanca mai, dove ogni momento di lettura è quello buono.
E' difficile sintetizzare il racconto di Terzani, un racconti di viaggio, alla ricerca della residua spiritualità. Il suo viaggio si svolge in Asia con il pretesto di non viaggiare in aereo per un anno. L'Asia è l'ultimo baluardo della spiritualità, in Occidente l'abbiamo persa. Non è un libro religioso. Terzani non è alla ricerca di se stesso, nonostante alla fine porta "qualcosa" in valigia nel suo ritorno a casa. E' un racconto in un certo senso profetico. Nel 1993 Terzani scopre in Asia quello che oggi è sotto gli occhi di tutti. C'è il riflesso della nostra contemporaneità in questo racconto di viaggio, una contemporaneità tra materialismo e fondamentalismo religioso.
E' un viaggio affascinante dove lo sguardo di Terzani non è mai moralista, il giornalista non vuole imporsi, non vuole convincere il lettore. Lui osserva con il suo sguardo attento, critico e sarcastico. La sua visione è spesso legata alle sensazioni, ai sentimenti e poco alla ragione. Ma dopotutto l'uomo che emerge da questo racconto è questo, un uomo razionale alla ricerca della spiritualità. La spiritualià appartiene a tutti e ognuno trova da solo la propria via.
Nel suo viaggio Terzani incontra moltissimi indovini, uno per ogni luogo visitato. E' quello il suo oggetto di ricerca, l'oggetto del suo reportage. Il suo intento è quello di scoprire perché la gente li cerca, li consulta. Lo sguardo di Terzani sul mondo degli indovini è al di fuori, gioca con loro, li mette alla prova e non li prende mai troppo sul serio. Alcuni dei dialoghi con gli indovini sono molto divertenti perché Terzani svela i meccanismi delle loro profezie. L'aspetto affascinante di queste profezie è che sono legate alla società nella quale vengono fatte.


Il racconto di Terzani è letteratura di viaggio. Pagine bellissime che permettono di scoprire l'Asia meno visibile, quella meno turistica. Un viaggio alla scoperta dei volti e delle persone, delle emozioni dell'avventura. Un racconto di tradizioni perdute e mantenute, di leggende, di profezie e di amare realtà. Le pagine in cui racconta il suo viaggio in nave sono indimenticabili, piene di pace e gusto per la lentezza della vita.
Una Singapore che si è venduta al capitale: "Singapore è la Betlemme della nuova grande religione: la religione dei consumi, del benessere materiale, del turismo di massa." Il Laos, il racconto più affascinante, un paese incontimato e spirituale. Il racconto della comunità mussumulmana di Al Arqam è duro, aspro ma anche affascinante: una comunità che rifiuta il consumo che cerca un'economia islamica, integralisti e hippies. Il ritorno in Cina di Terzani è la delusione di trovare un paese perduto, un paese che ha tradito se stesso.
Quello con Terzani è un viaggio da fare leggendo le sue pagine, i suoi racconti. Una scrittura semplice, scorrevole e coinvolgente. Un punto di vista che ho apprezzato moltissimo. Questo libro e il suo autore sono una scoperta inaspettata. Sono sicuro che replicherò con altri suoi libri, già ne ho individuati alcuni nelle mie corde. Questo libro è stato inoltre la scoperta di un genere che non avevo molto considerato finora, la letteratura di viaggio.

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