domenica 25 marzo 2012

E poi siamo arrivati alla fine di Joshua Ferris


E poi siamo arrivati alla fine racconta la vita d'ufficio di un'agenzia pubblicitaria nel periodo della crisi economica statunitense. La storia si svolge durante un intenso periodo di licenziamenti e tra pettegolezzi, riunioni, campagne pubblicitarie mancate ci mostra la diversa umanita' che popola l'ufficio.
Il romanzo e' leggero e intenso al punto giusto e in alcuni punti e' abbastanza godibile da leggere anche se le ombre non mancano. Nel racconto ci sono spesso delle lungaggini che a mio parere potevano essere evitate. I diversi episodi raccontati hanno l'obiettivo di far riflettere in un certo senso sulle dinamiche, a volte spietate, dell'ufficio e alla superficialita' di alcuni rapporti umani. Il problema e' che molti episodi sembrano ripetere con diversi scenari sempre le stesse cose senza portare nulla di nuovo.
Un'altra caratteristica un po' particolare del romanzo e' il racconto in prima persona che ad un certo punto cambia narratore per poi tornare a quello precedente. Una scelta che potrebbe sembrare normale ma che invece risulta un po' stonata e non troppo giustificata.
I dialoghi in generale sono brillanti anche se nella parte centrale del libro il ritmo rallenta e l'attenzione verso la storia cala. E' comunque un libro da consigliare sopratutto a chi vive buona parte della giornata in ufficio perche' nel libro si riconoscono diverse situazioni della quotidianita' lavorativa.
Alla fine della lettura ci domandiamo chi siano le persone che ci circondano per buona parte della giornata, cosi' familiari ma in fondo cosi' estranee e sopratutto rimane un po' l'amarezza di prendere coscienza del fatto che probabilmente la vita d'ufficio ci appartiene piu' di quanto noi apparteniamo al tempo libero.

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