sabato 24 marzo 2012

La svastica sul sole di Philip K. Dick


C'era una volta un libro, anzi due, anzi tre.
Un libro che ne contiene altri due, ed è proprio questo l'aspetto affascinante di questo romanzo, quello che lo rende letterario. Mi affascinano i libri che fanno i libri e questo riesce nel suo intento. C'è il romanzo della storia raccontata, c'è il romanzo raccontato nella storia e c'è il libro della fede che guida le azioni dei personaggi, in pratica è il libro che muove gli attori e in pratica scrive la storia.
Dick riesce in questo romanzo a intrecciare questi livelli di narrazione, intreccia le storie dei tre libri con le storie dei diversi personaggi e crea dei percorsi paralleli i personaggi rimandano ad altri ma alcuni non s'incontrano mai.
In questa storia l'autore va oltre la fantascienza ed entra nella fantastoria, la storia è rovesciata e tutto il mondo è visto al contrario, una visione alternativa dove i giapponesi e i tedeschi hanno vinto la seconda guerra mondiale.
La storia ti porta a confondere le diverse realtà e il gioco di specchi è un gioco con il lettore che potrebbe mettere in dubbio la sua stessa esistenza e pensare "qualcuno sta leggendo il libro della mia vita?".
E' il primo romanzo di Dick che leggo e non posso fare un confronto con altri romanzi, l'unica cosa che può sembrare una nota negativa del racconto è l'incompiutezza delle trame. Tutto si conclude così com'è cominciato, sfumando. Nota negativa o ennesimo gioco dell'autore?
Un libro che produce più domande che risposte, quindi un romanzo assolutamente da leggere.

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