martedì 20 marzo 2012

Man Ray, Duchamp e l'esperienza dell'arte.


La rete delle casualità e degli incontri inaspettati ti porta a conoscere, a esplorare, a scoprire. Una mostra è il punto di partenza. Dopo molto tempo ho riscoperto una mostra e ho viaggiato attraverso le opere d'arte di Dada e Surrealismo riscoperti. Una grande mostra enciclopedica che racconta i due movimenti artistici e ci mostra le loro diverse espressioni, facendo emergere anche le seconde linee che insieme ai Grandi restituiscono il sapore, il respiro e le tecniche di queste due correnti.
Il bookshop alla fine della visita mi regala l'incontro con Autoritratto di Man Ray e L'ingegnere del tempo perduto conversazione con Marchel Duchamp. La tentazione di ricominciare ad immergersi nell'arte è forte e la scelta è ardua. Alla fine scelgo Man Ray, almeno per cominciare.
M'immergo nel libro e ne vengo catturato. Autoritratto di Man Ray è veramente una scoperta. In questa autobiografia Man Ray racconta se stesso e la sua vita. Leggi la sua vita e ti sembra di averla vissuta con lui, New York, Parigi, Los Angeles. Racconta tutte le sue donne anche se stranamente sorvola su Lee Miller, un amore passeggero o una storia troppo dolorosa? Una vita ricca d'incontri, tanti ritratti a personaggi celebri e tante conoscenze e scoperte per me come Alfred Stieglitz e Erik Satie.
Un'artista, un fotografo, un professionista, uno sperimentatore. Mi e' piaciuta l'idea di Man Ray che emerge dal libro, un uomo che non ha mai cercato di essere quello che non era, che ha deciso di lavorare per guadagnarsi da vivere senza fare l'artista a tutti i costi anche se artista era. E' affascinante immergersi nei suoi film e nei bianco e nero delle sue foto, abbandonarsi a questo personaggio ricco e apparentemente cauto.
La trama di conseguenze e di connessioni mi porta a Duchamp e al libro-conversazione Ingegnere del tempo perduto. Un'intervista e' probabilmente il modo migliore per raccontare questo personaggio enigmatico e affascinante. L'uomo delle contraddizioni, delle provocazioni, il "non artista" che ha rivoluzionato l'arte contemporanea. Lui che rifiuta la pittura e la considera una forma d'arte ormai morta, che non visita mostre e gioca a scacchi. Un personaggio tutto da scoprire in questa intervista che vola via e che lascia più di un dubbio alla fine della lettura: sarà tutto vero quello che pensa e che dice Duchamp o come sempre è tutto frutto della sua arte che è innanzitutto un gioco?
Non si può sintetizzare l'esperienza di queste due letture. Questi libri mi hanno permesso di avvicinarmi nuovamente all'arte intesa non solo come opera chiusa ma come esperienza, come respiro. Due artisti che hanno interpretato l'arte a modo loro, non accademico. Le loro storie e le loro visioni d'arte sono forse il modo migliore per cercare di comprendere cos'è oggi l'arte, l'artista e il pubblico.

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