domenica 11 marzo 2012

La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano


La storia narra di due bambini che diventano ragazzi e poi adulti. Alice e Matteo vivono vite parallele che s'incrociano nel corso della narrazione. Hanno in comune un animo solitario e un grosso dramma nella loro vita. Tra amori tormentati e violenze adolescenziali il libro narra semplicemente la vita di due persone che vivono ai margini, non tanto della societa' ma dei sentimenti.
Lo spunto iniziale del romanzo e' molto interessante: raccontare la storia di due anime sole e solitarie che probabilmente si amano ma non s'incontrano mai paragonandoli ai numeri primi.

"Nella serie infinita dei numeri naturali, esistono alcuni numeri speciali, i numeri primi, divisibili solo per se stessi e per uno. Se ne stanno come tutti gli altri schiacciati tra due numeri, ma hanno qualcosa di strano, si distinguono dagli altri e conservano un alone di seducente mistero che ha catturato l’interesse di generazioni di matematici. Fra questi, esistono poi dei numeri ancora più particolari e affascinanti, gli studiosi li hanno definiti “primi gemelli”: sono due numeri primi separati da un unico numero."

Lo sviluppo della storia e' lineare e la narrazione scivola sotto gli occhi. Questa facilita' della lettura, questo suo scorrere non lascia molto a parte alcuni picchi sopratutto nella prima parte, dove l'eta' dell'adolescenza e' piu' amara e crudele. A tratti questa adolescenza crudele pero' e' gia' vista, gia' sentita, gia' letta. Manca quella crudelta' e quell'amara solitudine dei personaggi di Ammaniti. Anche con la crescita dei protagonisti il registro non cambia molto, e l'effetto delle solitudini dei numeri primi protagonisti della storia si perde lentamente fino alle ultime pagine dove non rimane quasi nulla.
A tratti sembra che la narrazione possa incidere l'anima del lettore che i personaggi possano diventare struggenti, invece nulla accade ed e' come se lo scrittore si perdesse e non riuscisse ad andare in fondo.
E' strano l'effetto che mi ha fatto questo romanzo, apparentemente intenso e ricco di emozioni all'inizio, e che scivola lentamente verso un vuoto emotivo nel finale. Solitamente i romanzi che funzionano meglio secondo me seguono il percorso inverso, per lasciare la soddisfazione alla fine della lettura.
La solitudine dei numeri primi e' un romanzo che non delude e non appassiona, finisce con l'ultima pagina letta. Non rimane nulla della storia, dei suoi personaggi e dei loro sentimenti. Non ha lasciato in me quello spaesamento e quel senso misto di soddisfazione e nostalgia che ho solitamente alla fine di un romanzo. La soddisfazione di aver assaporato una bel libro e la nostalgia di aver finito di leggerlo.

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