mercoledì 21 marzo 2012

Molto forte, incredibilmente vicino di Jonathan Safran Foer


La storia e' semplice. Un bambino perde il padre nell'attacco alle torri gemelle. Tra le cose lasciate dal padre scomparso trova una chiave e decide di scoprire la storia legata a quella chiave. Il romanzo oltre a raccontare la ricerca del bambino narra anche la storia della sua famiglia e dei suoi nonni. Un intreccio che inizialmente puo' disorientare il lettore ma poi si riesce ad entrare nel tessuto della trama e tutto e' piu' semplice, anche emozionarsi.
La scrittura di Jonatha Safran Foer e' una scrittura particolare. Un modo di raccontare che a mio parere si adegua alla nostra contemporaneità. Questo romanzo mi fa pensare che in fondo la letteratura puo' ancora essere nuova dal punto di vista stilistico. Quando si legge molto si scopre che le storie da raccontare possono essere infinite, come possono essere infiniti i sentimenti dei personaggi. Molto spesso accade pero' di leggere romanzi che raccontano storie in modo ripetitivo e che riproducono lo stile della letteratura passata.
Nel caso di questo romanzo la narrazione non e' lineare e l'autore inserisce anche immagini non descrittive ma in un certo senso emotive, che danno spessore alla storia e alle emozioni dei personaggi. Il narratore unico non c'e' e l'impaginazione segue gli stati d'animo e il registro narrativo di ogni personaggio narrante, rendendo ogni capitolo diverso dall'altro.
Questa narrazione non e' un esercizio di stile perche' l'autore scrive di sentimenti profondi e alcuni passaggi del romanzo sono molto emozionanti. Mi hanno emozionato gli amori dei protagonisti, i diversi modi di raccontare i sentimenti ma il personaggio piu' emozionante rimane Oskar, il bambino protagonista. Oskar soffre la perdita del padre e con la sua profonda intelligenza cerca di sopravvivere con la ricerca di qualcosa, di una qualsiasi cosa che gli possa permettere di superare il dolore. Un bambino adulto che non riesce ad accettare che a volte e' sufficiente piangere o abbracciare una persona cara per sentirsi sollevati, anche se solo per un istante.

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